Bè, io credo che a questo punto il problema sia stabilire quando una persona è in vita... Credi che respirare ed essere alimentato come un vegetale sia vivere? Io sinceramente no, non so cosa si prova ad essere in quello stato, ma a quanto pare l'alimentazione forzata causa moltissime sofferenze... Per vita io intendo ben altro, e per morte intendo la privazione della vita di un individuo.. Non è corretto parlare di morte in questo caso, secondo me si muore quando si diventa malati terminali...
Come non si può essere d'accordo?
Come spesso accade, la questione ha due risvolti, uno legale e uno morale.
I due problemi, non sono confrontabili, come testimoniano gli ultimi due post di kyubi e roby.
La questione morale, riguarda ognuno di noi e certamente non se ne può discutere.
Kyubi non sbaglia nel dire che la vita ha un valore inestimabile (non per tutti, me compreso), ma come dice roby: che cosa è la vita?
E' qui che ci si addentra nel campo legale.
La legge stabilisce che una persona si può definire morta
quando vengono meno le TUTTE le funzioni encefaliche per un tempo superiore ai 20 minuti primi.
Una persona in coma, ad esempio, ha ancora il sistema simpatico operativo, se non tutti, almeno in parte, per cui, l'elettroencefalogramma non risulta piatto, ma registra gli stimoli che il cervello manda. Legalmente, la persona è viva.
Questa definizione però, non è più adeguata, perché non tiene conto di tutte le nuove scoperte in campo medico e scientifico fatte in questi ultimi anni. Non parla del fatto che siano o no macchine a conservare queste funzioni.
Partiamo allora, dalla definizione dell'esatto contrario della morte, la vita: si definisce essere vivente un corpo in grado di trasformare e scambiare con l'ambiente energia.
Anche questa definizione, risulta inadatta a dirimere la questione.
Una persona che riceve nutrimento in endovena, che riceve ossigeno grazie ad un ventilatore, che deve fare l'emodialisi, che energia scambia con l'esterno? che energia trasforma? Eppure il cuore batte, per cui è ancora, legalmente, vivo.
Io sinceramente, credo che roby abbia pienamente ragione nel dire che deve essere una libertà dell'individuo scegliere la vita o la morte. Non tutti infatti, come kyubi, hanno una visione così determinatamente cattolica. Per qualcuno, la vita può essere solo qualcosa di biologico, non un "dono divino". E perché questi dovrebbero soggiacere a una legge morale che non è neppure propria?
Per me, la cosa giusta da fare è legalizzare il così detto "testamento biologico", dove ognuno di noi, maggiorenne, in grado di intendere e di volere, potrebbe lasciare esatte disposizioni, autenticate da un notaio, riguardo alla PROPRIA vita.
Io sinceramente, preferirei mille volte morire ed essere gettato tra i pesci, piuttosto che giacere inerte su un lettino, condannato ad una esistenza che per me non può neppure essere chiamata vita, condannando la mia intera famiglia a immensi sacrifici, anche economici, ed enormi dolori. E se qualcuno sostiene che non debba togliermi la vita in questa circostanza, lo reputo solamente un egoista.